Doppia presentazione e proiezione a cura di Officine Mattòli
Reduci da una modernizzazione scomposta e rapidissima, le nostre terre fanno i conti con la convivenza stridente di vecchio e nuovo: due film dalla messa in scena significativa, che muovendo dal contesto agreste del nostro territorio raccontano l’impatto con la società dei consumi.
SOLCHI
di Giordano Viozzi e Stefano Teodori (14’)
La mezzadria è un tipo di contratto sociale che ha regolato per secoli la vita nelle campagne dell’Italia centrale fino agli anni ’60 del secolo scorso. La famiglia di contadini riceveva in uso una proprietà terriera da parte del padrone, che solitamente si affidava ad un “fattore” per la gestione dei rapporti con i mezzadri, per usufruire dei frutti in parti pressapoco uguali.
Ma cosa succede quando il benessere, la società dei consumi, il progresso e la tecnologia si affacciano prepotentemente nella società italiana?
“Solchi” si inserisce proprio in questo arco temporale, intorno agli anni ’60, per raccontare attraverso le disavventure di una famiglia di mezzadri e del mondo che la circonda il disfacimento della “civiltà contadina” nelle Marche (ma anche nel Centro Italia), che per secoli ha disegnato usi e costumi tipici di queste terre.
IO SONO LA VITA
di Giacomo Pecci e Stefano Teodori (40’)
In un pellegrinaggio alla scoperta dei luoghi che hanno contrassegnato l’ascesa alla santità di Padre Pio Da Pietrelcina, due anziane donne, superstiti della civiltà contadina nella contemporaneità, abbandoneranno per un giorno la terra dove sono nate e cresciute alla ricerca della fede nella sua manifestazione più imperiosa ed alienante. Dotato di uno sguardo critico e dissacrante, il documentario segue il loro cammino partendo dal focolare fino al mausoleo dell’ultimo grande santo italiano, presentando due donne che riescono a muoversi tra l’esoterico credo ancestrale della loro terra e l’etereo sfarzo del santuario. “Io sono la vita” nasce dall’urgenza di matrice “antropologica” di voler immortalare una cultura già quasi scomparsa, un rivolo d’acqua che scorre sul letto di un fiume ormai secco.
Premiato come miglior opera prima al PERSO – Perugia Social Film Festival 2016.