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Comunità in transizione #2: Educazione libertaria

[/vc_column_text][vc_column_text css_animation=”right-to-left”]1) Introduzione all’educazione libertaria

Una pedagogia diversa, basata sull’incontro e sullo scambio reciproco; il rifiuto di un insegnamento gerarchico tra studente e docente; l’integrazione complementare e irrinunciabile tra teoria e suo impiego; la costruzione di una relazione autentica e rispettosa tra adulti e bambini. Sono solo alcune delle caratteristiche del metodo adottato dalle scuole libertarie.
Parleremo di come la pedagogia critica, ispirata da Paulo Freire (1921-1997), offra coordinate filosofiche, antropologiche e pedagogiche di grande  attualità per costruire un’ educazione che, per gli adulti così come per i bambini, non sia come mezzo di irregimentazione, ma all’opposto si proponga come strumento di liberazione.
Con Davide della scuola “A testa in Giù” di Rimini, lingua: ita[/vc_column_text][vc_column_text css_animation=”right-to-left”]2) La scuola come comunità

Nella ricerca continua del metodo libertario è centrale la maturazione di una dimensione comunitaria che vede riuniti genitori, bambini e maestri come parti integranti di una collettività che si autodetermina. In Italia e nel mondo sono molti i progetti che applicano queste idee, durante il laboratorio Emily Mignanelli della scuola Serendipità di Osimo ci darà un’idea della grande varietà di espressioni di questo approccio, con le loro divergenze, punti di contatto e sperimentazioni. In ogni contesto il concetto di comunità assume infatti equilibri e forme differenti in base alle persone che la animano e alle loro esigenze.
Con Emily Mignanelli della scuola Serendipità di Osimo, lingua: ita
[/vc_column_text][vc_column_text css_animation=”right-to-left”]3) Decolonizzare l’approccio: corsi di italiano per stranieri

“Alfabetizzare non è imparare a ripetere parole, ma a pronunciare la propria parola”. L’apprendimento dell’Italiano per le persone migranti rappresenta non solo un lavoro di acquisizione linguistica ma anche un’opportunità di elaborazione individuale e collettiva dell’esperienza migratoria: rileggere criticamente il divario tra le aspettative iniziali e la condizione presente, fondare le premesse del processo di coscientizzazione e assunzione di responsabilità quali passaggi imprescindibili alla definizione di una nuova cittadinanza.
Con Anna Zumbo, esperta di facilitazione di processi di apprendimento collettivi complessi negli ambiti del rafforzamento delle organizzazioni e dello sviluppo di comunità, e in compagnia di operatori di scuole di italiano per stranieri della zona, sperimenteremo una didattica fondata sull’approccio di Paulo Freire, per l’alfabetizzazione dei migranti come arena per imparare studenti e docenti insieme a “pronunciare la propria parola autentica” che ha il potere di trasformare il mondo.
Con Anna Zumbo dello Studio Kappa, lingua: ita/ing[/vc_column_text][vc_column_text css_animation=”right-to-left”]4) Laboratorio pratico: Autoproduzione del pane

Mani in pasta e lieviti nell’aria! Un laboratorio collettivo e impiastricciato per conoscere la pasta madre, i suoi rinfreschi e l’utilizzo nella panificazione. Con farine locali impasteremo le pagnotte da cuocere: ciò che produrremo lo metteremo a tavola nei nostri pasti.
Al forno di Ripe, lingua ita/ing
[/vc_column_text][vc_column_text css_animation=”right-to-left”]5) Esperienze in meditazione: lo zen incontra il sufi

Il sufismo, definito anche misticismo Islamico, oltre ai contenuti esoterici è soprattutto nostalgia, desiderio, luce, amore e possibilità di unione con l’Assoluto. Andremo alla scoperta di questo sentiero meditativo attraverso la musica di alcuni dei più grandi interpreti del genere musicale ‘qawwali’. Lo faremo sperimentando l’incontro insolito tra due spiritualità diverse: per il pomeriggio ci trasferiremo infatti al centro WabiSabi di San Ginesio, oasi della cultura giapponese, per una guida inedita alla meditazione.
Al centro Wabisabi culture di San Ginesio, lingua ita/ing
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