[vc_row section_top_margin=”notopmargin” section_bottom_margin=”nobottommargin” section_schema=”light” section_background=”color” background_color=”#ffda0f”][vc_column][vc_single_image image=”4929″ img_size=”1630×916″ alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row gap=”35″ section_top_margin=”notopmargin”][vc_column][vc_row_inner gap=”35″ seqspeed=”150″][vc_column_inner][vc_column_text]

Attivismo ambientale e politiche globali

[/vc_column_text][vc_column_text css_animation=”right-to-left”]1) Azione locale e giustizia climatica globale

Bloccare autostrade, strade o miniere di carbone; occupare case o foreste. Tutte queste azioni rispondono a ingiustizie come il land grabbing, la deforestazione e gli sgomberi. Battaglie simili sono portate avanti in luoghi diversi in tutto il mondo, e sono la manifestazione visibile di una lotta comune al sistema economico globale, il quale si poggia su discriminazione e sfruttamento strutturale. Ecco perché le battaglie per l’ambiente dovrebbero esser messe in relazione con la giustizia sociale.
Che cos’è la giustizia climatica e perché la definiamo tale (e non salvaguardia del clima)? Come possiamo articolare il ruolo e la posizione delle nostre azioni in questo contesto? Come può la prospettiva globale influenzare il nostro approccio all’azione? Cosa possiamo imparare reciprocamente e come possiamo supportare le altre lotte in solidarietà?
Durante questo laboratorio affronteremo queste domande in maniera collettiva, con l’obiettivo di costruire un discorso comune sulle azioni di giustizia climatica per costruire i workshop successivi.

Con Lila e Jana, attiviste per la giustizia climatica a Pödelwitz, villaggio dell’est della Germania minacciato dalle miniere di carbone[/vc_column_text][vc_empty_space height=”22px”][vc_column_text css_animation=”right-to-left”]2) Formazione: azione diretta non-violenta e disobbedienza civile

Vogliamo un mondo in cui tutte e tutti (e le future generazioni) potranno vivere dignitosamente in un ambiente protetto. Vogliamo generare e supportare una mentalità ribelle e creativa che sappia apportare i necessari cambiamenti al panorama economico, politico e sociale: nessuna soluzione per il clima può avvenire senza giustizia sociale! Sempre di più le persone ricercano un impatto reale e azioni dirette per pretendere un cambio. Questa modalità di azione è legittima, coerente e necessaria.

Nella seconda parte di questo laboratorio immagineremo insieme le nostre azioni di disobbedienza civile per far venire a galla le questioni più ampie a esse connesse.

Con Act For Climate Justice, collettivo belga nato da una chiamata all’azione diretta e alla disobbedienza civile per la giustizia sociale e climatica; organizza corsi di formazione per diffondere questa modalità d’azione.
[/vc_column_text][vc_empty_space height=”22px”][vc_column_text css_animation=”right-to-left”]3) Strumenti e percorsi di resistenza al biocidio nella Terra dei Fuochi

A Sud è un’organizzazione che si occupa di cooperazione internazionale con un focus specifico sui conflitti ambientali, in merito ai quali organizza corsi di formazione, produce documentazione e mappature, alimenta campagne di informazione, costruisce strumenti e percorsi per contrastarli o per sostenere le realtà che li contrastano.
La sede campana è stata aperta per sostenere scientificamente i comitati territoriali, tra i quali spicca la rete Stop Biocidio, che da anni lottano contro ecomafie e corruzione e resistono alle devastazioni ambientali perpetrate attraverso roghi tossici, interramenti e sversamenti di rifiuti speciali pericolosi, e l’imposizione dall’alto di impianti inutili e dannosi. Durante il workshop verrà illustrato il contesto storico-geografico e raccontati i percorsi virtuosi attivati in questi anni.

Con Vincenzo Forino e Nicola Di Mauro di A Sud Campania e Stop Biocidio, e l’avvocato Felice Petillo esperto di reati ambientali.[/vc_column_text][vc_empty_space height=”22px”][vc_column_text css_animation=”right-to-left”]4) Il movimento contro le Grandi Navi nella laguna di Venezia

Presenteremo e discuteremo la storia del movimento No Grandi Navi analizzando le sue pratiche di protesta e il ruolo che l’attivismo ha giocato nello sviluppo del movimento. Verrà inoltre presentato il Venice Climate Camp del prossimo settembre nel Lido di Venezia durante il festival internazionale del cinema.

Con Andrea del Movimento No Grandi Navi.
[/vc_column_text][vc_empty_space height=”22px”][vc_column_text css_animation=”right-to-left”]5) Jinwar: ecologia e autogestione nel villaggio delle donne curde

Nella Federazione della Siria del Nord c’è un borgo rurale costruito da donne per le donne. In un’area liberata dall’ombra dell’Isis e dal regime siriano, le donne hanno fondato un eco-villaggio, libero dai vincoli oppressivi del potere patriarcale e capitalistico e basato sui principi di una rivoluzione sociale ed ecologica. Donne provenienti da zone diverse del Rojava (Kurdistan siriano) con culture differenti, lavorano insieme praticando una convivenza senza conflitti, adottando pratiche organizzative che sono modello per le persone di tutto il mondo. Per riconsiderare il ruolo di quelle aree che spesso consideriamo periferiche guarderemo da vicino all’esempio di Jinwar, dove il piccolo borgo è il centro reale di un cambio di paradigma e di azione.

Con Fabiana Cioni, dottoranda allo IUAV di Venezia, attivista sociale e ambientale, è nel movimento curdo dal 1999[/vc_column_text][vc_empty_space height=”22px”][vc_column_text css_animation=”right-to-left”]6) La lotta alla multinazionale del cemento Lafarge a Montcada i Reixac (Barcellona)

L’industria cementicola ha estratto risorse dalla collina più alta di Montcada, città nelle vicinanze di Barcellona, per 100 anni. Questa attività ha plasmato le relazioni sociali e ambientali della popolazione. Inoltre negli ultimi 20 anni conseguentemente alla crisi immobiliare spagnola la produzione di cemento è diminuita e la compagnia ha spostato la produzione sul mercato della CO2, incenerendo i rifiuti dell’intera area metropolitana di Barcellona e ricevendo finanziamenti dal governo regionale Catalano. Cosa venga bruciato non è chiaro e i fumi tossici hanno ricadute sulla salute dei quartieri operai della periferia nord della città. C’è una forte opposizione all’inceneritore da parte dei quartieri più colpiti e il movimento ha messo in piedi molte azioni contro la multinazionale. L’incontro si focalizzerà su tre punti: 1) la storia dell’estrattivismo e le resistenze del XX secolo a Montcada, 2) le lotte attuali contro l’inceneritore e i tentativi di Lafarge di metterle a tacere, 3) pensare al futuro: nuove strategie di lotta.

Con Joel Segarra, attivista ambientale e ricercatore in agroecologia all’Università di Barcellona[/vc_column_text][vc_empty_space height=”22px”][vc_separator][/vc_column_inner][/vc_row_inner][/vc_column][/vc_row][vc_row section_top_margin=”notopmargin”][vc_column][vc_btn title=”Indietro” color=”info” link=”url:http%3A%2F%2Fborgofuturo.net%2Fsocialcamp%2F|||”][/vc_column][/vc_row]